Piero Umiliani - Il Sito Ufficiale


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Sound Work Shop

Music, Maestro! > Sonorizzazioni



L'OFFICINA DELLA MUSICA


La storia della
Omicron e delle altre etichette indipendenti del maestro Umiliani parte da lontano, da quando il musicista appena diciottenne cerca un editore per le sue composizioni. Non trovando nessuno disposto a credere nella sua musica, il giovane Piero incarica la madre di tutelare i diritti musicali ed è così che la signora Eleonora dà vita alle edizioni Omega.
Venti anni più tardi, quando il successo è ormai consolidato, il desiderio di avere una propria etichetta con la quale produrre dischi e uno studio privato dove incidere, provare nuovi strumenti ma anche proiettare e montare l'audio dei film sembra finalmente un obiettivo raggiungibile. Il primo passo è la creazione nel 1964 delle edizioni
Omicron e della omonima etichetta discografica, denominata con l'altra "o" dell'alfabeto greco in ricordo delle edizioni fondate dalla madre. I primi dischi, tre album di sottofondi sonori tirati in cento copie ognuno, sono registrati tra gli studi della RCA di Roma e Morandini di Milano. Il primo dei tre, "Comica Finale", propone temi in stile ragtime utilizzati per sonorizzare alcune comiche di Charlie Chaplin per i cinema italiani ("Uno Contro Tutti" e "Il Pellegrino"). Il secondo, "Musica per Due", è una raccolta di temi romantici in stile night club, tra cui la celebre "Chanel" finita nel repertorio di Oscar Peterson (vd. sezione Jazz, capitolo collaborazioni) e il terzo, "Arie Antiche" presenta una rassegna di musiche di ispirazione medievale e rinascimentale. L'intento è quello di inviare i dischi a grandi case di produzione nazionali e internazionali e alla RAI TV affinché venissero utilizzati come sottofondi per trasmissioni, documentari e quant'altro. Col tempo, le sonorizzazioni hanno rappresentato il core business delle etichette di Umiliani anche se non sono mancati dischi di jazz, colonne sonore e album di musica leggera, come documentato nelle altre pagine del sito.


Per i primi anni Umiliani incide i dischi
Omicron in studi esterni, primo tra tutti quello della RCA, ma poi, il 27 dicembre del 1968, arriva un cambiamento radicale. Piero Umiliani e la moglie Stefania acquistano alcuni locali nel quartiere Trionfale di Roma che nel giro di qualche mese diverranno lo studio di registrazione Sound Work Shop.
Con l'apertura della sala d'incisione indipendente nascono nuove etichette ( Liuto, SoundWorkShop, VideoVoice, Ciak, Telesound) e tutte le colonne sonore autoprodotte da Umiliani dal 1969 in poi saranno incise e montate in quello stesso studio, dotato dei più moderni sistemi di proiezione e di moviola.
Dagli Stati Uniti Umiliani fa arrivare i primi sintetizzatori (Moog, Mellotron, Synthi) i cui suoni si riversano in dischi di sonorizzazioni oggi divenuti punto di riferimento della storia della musica elettronica in Italia e non solo. All'epoca, quando Umiliani cercava una distribuzione nazionale di quei leggendari album ("Switched on Naples", "Synthi Time", "Tra Scienza e Fantascienza", "Mille e una Sera"), le major mostrarono una volta di più la loro scarsa lungimiranza, ritenendoli "inadeguati" al mercato.

PIERO UMILIANI alias ROVI, MOGGI, TUSCO, RUSCIGAN, ZALLA, CATAMO...

Umiliani, affatto turbato dalle risposte delle etichette nazionali, arriva a pubblicare anche dodici dischi in un anno, costretto a inventarsi degli pseudonimi per non sovraffollare il settore delle sonorizzazioni con troppi dischi a suo nome. Zalla, Catamo, Tusco, Rovi, Moggi, sono alcuni di questi nickname con i quali firma le composizioni.
Quei dischi, che di rado superano le trecento copie di tiratura, sono realizzati ingaggiando il fior fiore dei musicisti italiani tra cui i pianisti
Antonello Vannucchi ed Enrico Pierannunzi, il bassista Giovanni Tommaso, i batteristi Vincenzo Restuccia e Gegè Munari i trombettisti Oscar Valdambrini e Marcello Boschi, solo per citarne alcuni.
Telegiornali, inchieste giornalistiche, trasmissioni d'attualità come la storica
"Rotocalco" di Enzo Biagi, la rubrica sportiva 90° Minuto, documentari e speciali di ogni genere attingono a piene mani da queste fonti inesauribili di musica.
La "saletta" di Umiliani oltre alla produzione di colonne sonore e
library music diventa col tempo un punto di riferimento per la buona musica e per la qualità del suono.
Di lì passano decine di artisti che la considerano come uno degli studi preferiti per le prove "romane" di spettacoli e apparizioni televisive.


UN SUONO SPECIALE


La sala del
Sound Work Shop Studio, di 82 metri quadri, viene elaborata con un particolare trattamento acustico adatto a registrazione multipiste. Gli strumenti a disposizione sono il meglio della produzione mondiale. Organo Hammond C-3 con variatore di velocità e altoparlante separato PR 40 Tone Cabinet e Leslie. Pianoforte elettrico Fender Rhodes, pianoforte a coda Petrof, pianoforte a puntine, spinetta, vibrafono, batteria Ludwig, amplificatgori Marshall e Fender Twin per basso e chitarra. La passione per viaggi e per la musica aveva inoltre riempito la sala di strumenti provenienti da ogni parte del mondo, i cui suoni arricchiscono titoli come "Africa", "Continente Nero", "Polinesia", "Genti e Paesi del Mondo"...
L'ascolto in sala è garantito da altoparlanti
Altec, mentre la cabina di proiezione era dotata di proiettore a 35 mm. e altoparlanti Tannoy.
Il banco mixer disponeva di 14 canali aventi ognuno filtri e incrocio a doppia curva. Una particolare attenzione era stata data ai microfoni: 10
Neumann U/87, 4 AKG, 2 Beyer M88 e 2 MB Electronic.

I registratori Ampex a otto e quattro piste completano il tutto. La produzione discografica indipendente dura fino al 1983 e cioè fin quando quando il mercato delle sonorizzazioni non ha più il riscontro degli anni passati e l'utilizzo televisivo delle musiche di sottofondo sta per prendere altre strade.


Dell'esperienza del
Sound Work Shop resta oggi un patrimonio discografico prezioso, un territorio musicale da esplorare così come hanno fatto l'etichetta Right Tempo, artisti, dee jays internazionali quali i giapponesi Raphael Sebbag e Gak Sato, la Cinematic Orchestra, gli High LLamas, i Bentley Rhythm Aces, l'americano Dj Krush, gli italiani Marco Polo e Claudio Coccoluto, il francese Kid Loco tutti ri-scopritori delle magie di quei dischi di sonorizzazioni.
L'attualità di quei suoni tocca anche il mondo della pubblicità. Il brano
"Lady Magnolia" inciso nel 1971 nell'album To-Day's Sound fa da sottofondo nel 1998 ad uno spot della Algida.
Oggi quella sala nel quartiere Trionfale di Roma è ancora uno studio per prove e registrazioni, e, anche se ha cambiato nome e gestione, continua ad essere uno spazio legato al mondo della musica.

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