Piero Umiliani - Il Sito Ufficiale


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Jazz dall'Italia

Music, Maestro!


"Negli Anni '40 vivevo a Firenze. Un giorno vidi un disco in un negozietto. Il titolo era "Hot & Bothered" edito da un'etichetta di New York. In Italia, all'epoca, nessuno sapeva chi fosse Duke Ellington e ascoltare quel genere di musica era proibito, illegale, al punto che se venivi scoperto si poteva anche finire in galera!
Scoppiò la guerra e io ricordo che ogni volta che suonavo Mood Indigo al pianoforte mi dicevo che era il più bel pezzo di musica che sia mai stato scritto. Una melodia così dolce, così diversa da tutto quello che avevo ascoltato e suonato fino ad allora.
Quando, finalmente, le truppe americane arrivarono a Firenze essi portarono con loro i V-Disc e alcuni album di jazz a 33 giri. Fu così che io scoprii i ritmi e il suono di quella musica. Una musica che divenne la mia vita."

Così Piero Umiliani racconta il suo primo incontro con il grande jazz, il jazz di quell'America che lo avrebbe ispirato e che grazie alla presenza dei soldati statunitensi nella sua città gli offre l'occasione di suonare più volte per loro nei locali frequentati dai nostri liberatori. E Piero suona con l'entusiasmo e la soddisfazione di avere un pubblico originale e appassionato. "Tutti volevano ballare, festeggiare la fine della guerra, assaporare il piacere della libertà - racconterà Umiliani nel corso delle sue interviste rilasciate alla radio e alla tv negli Anni 90 - e pianisti ce n'eran pochi... e inoltre pagavano pure bene".

Il 78 Giri ''Formula'', Durium 2885 (1951).

78 Giri ''Mam-Bop'', Durium 2886 (1951).

78 Giri ''Intrabop'', Durium 2883 (1951)

78 Giri ''Mexican Moon'' ( esegue F. Chiari).

78 Giri ''Invenzione'', Columbia CJ 1004 (1952)

78 Giri ''Memories Are Made for This'', Polydor 64530



Presa la laurea in giurisprudenza nel 1948
"per far contento papà" Piero si diploma in musica al Conservatorio Luigi Cherubini nel 1952. La strada è indicata, la musica sarà la sua vita e lui suona dappertutto. Locali, sale da ballo, feste cittadine. E ovunque propone del jazz, magari alternato a uno standard della canzone napoletana o a qualche successo della radio nazionale o miscelando un pò le cose. Dagli arrangiamenti originali alla composizione il passo è breve e nel 1951 arrivano le prime composizioni. L'America e le sue novità restano un punto di riferimento e con gli amici Basso, Valdambrini, Termini e Bonetto va a Milano per incidere quattro temi: "Formula", "Mam-Bop", "Papirologia" e "Intrabop".
E' un'incisione privata, primo esempio di be-bop all'italiana, patrocinata dall'Associazione Amici del Jazz di Gianfranco Madini. Quei dischi, tirati in una manciata di copie lasciano il segno nella storia del jazz italiano e rappresentano l'inizio della carriera jazzistica del maestro. Umiliani inizia a comporre brani inediti, "Mexican Moon", "Oppio", la fortunata "Chanel", "Siesta" e lo stesso "Formula", forse il più accessibile di quella sessione di be-bop, vengono acquistati dalle Edizioni Club di Milano e radiotrasmessi in RAI dalle orchestre di Carlo Savina, Angelo Brigada, Bruno Canfora.



Siamo nel 1955 e la RCA Italiana accoglie con entusiasmo il nuovo progetto di Umiliani: un disco di canzoni napoletane in stile Dixie.
"Dixieland in Naples" miscela le atmsofere di New Orleans a quelle della città napoletana, un'operazione ardita ma che incontra il favore del pubblico e della stampa. "Umiliani ha agito con delicatezza e intelligenza - scrive Giancarlo Testoni sul Corriere Lombardo del 30 maggio 1956 - impiantando le sue variazioni sui temi e non li ha mai nè ironizzati o persi di vista e ha così saputo conservare la fragranza partenopea della melodia con la sua divertente ricostruzione jazzistica". Dalle parole del critico si intuisce quanto fosse rischioso contaminare le "belle melodie nostrane" con i ritmi di New Orleans, ma Umiliani vince la scommessa. Il jazz in Italia, grazie anche a operazioni come questa, comincia ad essere visto con minor diffidenza dal mondo discografico. A Sanremo non si vive di solo canzonette. Il 18 e il 19 gennaio del 1958 si svolge il Festival di Sanremo del Jazz dove propone le composizioni inedite "Omaggio a John Lewis" e "Blues per il Nonno". Umiliani, tra un Festival di Napoli e uno di Sanremo, coltiva un nuovo progetto, un disco interamente jazzistico, che si concretizza nel 1957 con il microsolco da 10" pollici "Da Roma a New York".

I brani della playlist:


1) tratto dal 78 Giri ''Mam-Bop'', 1951; 2) tratto dall'EP ''Piccola Suite Americana", 1963; 3) tratto dall'EP "I Soliti Ignoti", 1958; 4) tratto dall'EP "Sottofondi Musicali n. 3", 1958; 5) tratto dall'EP ''Piero Umiliani e il suo Complesso", 1960; 6) tratto dal LP 10" "Da Roma a New York", 1957; 7) tratto dal 78 giri "Invenzione", 1952; 8) tratto dal 45 Giri "Mach 3", 1962; 9) tratto dal LP "Musica per Due", 1964; 10) tratto dal LP "Jazz dall'Italia n. 2", 1967; 11) tratto dal LP "Piccola Jam", 1968; 12) tratto dal LP "Tempo Jazz", 1960; 13) tratto dal 45 Giri "Gianni e Oscar", 1963; 14) tratto dal LP "Piccola Jam", 1968; 15) tratto dal LP "40 Anni di Jazz in Italia", 1963; 16) tratto dal LP "Caratteristici", 1962; 17) tratto dal LP "Album di Viaggio", 1979; 18) tratto dal LP "Una Bella Grinta", 1965; 19) tratto dal CD "Umiliani Jazz Family", 1990; 20) tratto dal LP "Fischiando in Beat", 1969. Per ulteriori informazioni sui microsolchi si rimanda alla discografia generale.

''Jazz dall'Italia n.2'', Omicron LPM 005 (1967)

EP Sottofondi Musicali n. 2, RCA EPA 30 281 (1958)

LP 10'' ''Da Roma a New York'', RCA A 10V 103 (1957)

EP ''Piero Umiliani e il suo Complesso'', RCA EPA 30 343

LP ''TempoJazz'', RCA Custom RAL 2 (1960)

45 Giri ''Mach 3'', Carosello 20040 (1962)


Si tratta di uno dei dischi più importanti della sua carriera, dieci brani inediti, un progetto ambizioso che sorprende e incanta il mondo degli appassionati.
Il recensore della rivista Musica Jazz, abituato a trattare di artisti americani, scrive sul n. 11 del novembre 1957: "Non ricordo quali altri tentativi così ambiziosi e altrettanto ben riusciti di jazz scritto siano stati compiuti in Italia".
"Da Roma a New York"
è un album seminale per il jazz italiano. Il disco arriva veramente a New York e finisce sul giradischi del critico internazionale Douglas Hague che lo recensisce sull'edizione inglese del Jazz Journal. Hague scrive una lettera a Umiliani che contiene questa profetica frase: "Credo che l'opportunità di suonare con i jazzisti americani sarà solo una questione di tempo e questo tirerà fuori il meglio di te". Due anni dopo la tromba di Chet Baker incontrerà Piero Umiliani per le musiche de L'Audace Colpo dei Soliti Ignoti. Nel 1958 "Da Roma a New York" viene spesso suonato da un altro giradischi, quello del regista Mario Monicelli e il microsolco gli suggerisce l'idea di mettere una musica del genere nel suo prossimo film I Soliti Ignoti. La carriera di Umiliani prende il volo,. Il musicista porta per la prima volta il jazz nel cinema italiano e continua a sperimentare in dischi quali "Tempo Jazz". in "Walking in the Night" e "New Sound from Italy", dove collabora con il Basso-Valdambrini Octet. Quest'ultimo disco vola oltreoceano ed è recensito sul numero del 29 settembre 1960 di Down Beat, la bibbia dei jazzofili, dove il maestro ottiene un riconoscimento personale: "Piero Umiliani, un italiano, ha scritto gli arrangiamenti per due delle otto tracce di questo album ("Blues for Gassman" e "How Deep is The Ocean?") e non solo costituisce un motivo di interesse verso questo disco, ma rivela un talento di notevoli proporzioni... Umiliani ha un originale e avventuroso punto di vista che unisce il controllo al brio".

Piero Umiliani riguarda gli arrangiamenti di uno spartito. (Clicca per ingrandire)

Al piano in un locale di Firenze con ill bassista Carlo Coppoli. (Clicca per ingrandire)

Il vibrafono, altro amore musicale del maestro. (Clicca per ingrandire)

Piero Umiliani e Oscar Valdambrini alla fine degli Anni '50. (Clicca per ingrandire)

Una jam session con il trombettista Nini Rosso. (Clicca per ingrandire)

Piero Umiliani, da poco trasferitosi a Roma dove porterà il jazz nel cinema.

Gli anni che seguono lo vedono sempre più impegnato nella composizione di colonne sonore ma non per questo rinuncia al suo grande amore. Nel 1963 la "Piccola Suite Americana" incisa per la Cetra nella serie "Jazz in Italy" si aggiudica il premio per la miglior composizione jazz dell'anno.
Nel 1968 pubblica il doppio album
"Piccola Jam" che raccoglie incisioni registrate tra il 1962 e il 1967. La stampa accoglie l'album come un evento. Il Tempo del 20 agosto proclama che "Il Jazz italiano ha una sua antologia", Il critico de L'Espresso afferma che "i due dischi sono tra le cose migliori mai prodotte dal jazz italiano".
Arrivano gli Anni '70 e in piena era pop e rock Umiliani entra nel suo studio Sound Work Shop per incidere
"Jazz a Confronto n. 35" su etichetta Horo. L'album è una vibrante ode a Duke Ellington, suonata con gli amici Santucci, Culasso, Boschi, Basso, Restuccia ed altri nomi noti del jazz nostrano. Finalmente Umiliani, all'età di 48 anni, trent'anni dopo aver sbirciato quel disco proibito del "Duca" in un negozietto di Firenze, si sente pronto a rendere omaggio al suo mito, al suo ispiratore. In quello stesso periodo un altro omaggio a Ellington è l'album "Golden Memories" inciso per la ADS. Tutti questi brani saranno ristampati nel 2000 nel CD "Ode to Duke Ellington" (Easy Tempo ET 935) con l'aggiunta di altre particolari versioni di brani ellingtoniani incisi da Umiliani nel corso della sua attività.
Dopo lo stop forzato causato dalla malattia il jazz sarà la musica della sua rinascita. Nel 1990 torna in sala di incisione con il trombettista
Paolo Fresu, Giovanni Tommaso al basso, Giampaolo Ascolese alla batteria e la figlia Alessandra come vocalist. Il risultato è ''Umiliani Jazz Family'', primo album in studio dal 1982. Il titolo non è solo un riferimento alla presenza della figlia nella band, è anche un omaggio al jazz stesso, una musica che è di fatto un altro componente della famiglia Umiliani, sempre presente e sempre vicina al maestro nei momenti più belli ma anche in quelli più difficili della sua vita.

''40 Anni di Jazz in Italia'', LP Ricordi MRJ 8007/8 (1963)

''Piccola Jam'' doppio LP Omicron LPM 004-7, (1968)

LP ''Jazz a Confronto n.35'', Horo HLL 101-35 (1974)

LP ''Album di Viaggio'', SWS 125 (1979)

CD ''Umiliani Jazz Family'', Liuto Records (1991)

CD ''Ode to Duke Ellington'', Easy Tempo ET 935 (2000)

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